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Danielle Frédérique Madam: “Nei media non c’è spazio per le seconde generazioni”

Roma, 31 maggio 2022 – Il racconto mediatico degli africani di seconda generazione che vivono nel nostro Paese viene spesso strumentalizzato. Non solo: certi lavori ancora oggi vengono riservati alle persone bianche. Soprattutto se si tratta di comunicazione o televisione. “Ho detto, e lo ripeto, che mi piacerebbe vedere una donna nera, con la giusta preparazione, che conduce un Tg. Le risposte non si sono fatte attendere: mi hanno minacciata, scrivendomi che devo essere grata del fatto di non essere stata picchiata, di non aver subito violenza in questo Paese”, ha denunciato Danielle Frédérique Madam, lanciatrice del peso che negli anni ha raccolto cinque titoli italiani juniores.

Danielle Frédérique Madam: “Mi riempiono di odio ogni volta che parlo di diritti”

Il nome di Danielle Frédérique Madam è diventato noto perché, nonostante le sue conquiste sportive, non ha potuto avere neanche una chance di gareggiare con la maglia dell’Italia, in quanto priva della cittadinanza. “L’Italia è un Paese che io amo, e che ho l’orgoglio di rappresentare nonostante quel che mi sta succedendo, e la lunga attesa per il passaporto che mi è costata anche l’ingresso nei gruppi militari“, ha ammesso a Repubblica. Il suo percorso per ottenerla, infatti, è durato ben 17 anni. Oltre alla carriera nel mondo del lancio del disco, lo scorso anno Danielle Frédérique Madam ha accompagnato la vittoria dell’Italia di Mancini come conduttrice di Notti Europee su Rai 1. Ora, poi, è testimonial di Amref per il lancio del rapporto sull’Africa Mediata. Come ha spiegato all’Huffington Post, però, nel nostro Paese non si dà spazio agli italiani di seconda generazione nei media.

Parole che le hanno scatenato addosso una vera e propria bufera di insulti. “Ho approfondito il report che Amref ha fatto in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia. Si capisce come venga rappresentata poco e male l’Africa, attraverso stereotipi, il vucumprà, il ladro, il disonesto. Mentre la donna viene associata ai lavori più umili. Nel cinema ragazze di seconda generazione mi dicono di non ricevere mai offerte per ruoli principali, si parla soprattutto di parti come prostituta. E pensare che ci sono plurilaureati, medici, ingegneri. Non fa piacere ricevere minacce, sentir parlare di fortuna nel non essere stata picchiata, essere invitata a tornare nel proprio Paese (che è l’Italia, lo sapete?). Al tuo Paese mettono bianche al Tg? mi hanno pure chiesto.

Non mi sono mai confrontata con tanto odio. Diamo un nome a questa cosa: si chiama razzismo. In Italia la mediatizzazione della seconda generazione è sbagliata. Impiegati di banca, chimici, infermieri non hanno nessuna rappresentazione in tv. Quando appaiono, sono ladri, o emarginati di periferia“, ha aggiunto poi.

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